martedì 10 luglio 2012

MALORE A QUINDICENNE IN ESCURSIONE INTERVIENE IL SASP


PEVERAGNO (CN) - Un quindicenne che si trovava in gita parrocchiale con un gruppo di ragazzi di origine italiana e cecoslovacca e' stato colto da malore ieri sera verso le 21,30 mentre il gruppo si trovava a 1400 metri in localita' Fontana Cappa, durante la discesa dalla cima della Bisalta, 2241 metri. Il giovane sacerdote che accompagnava il gruppo ha allertato immediatamente il 118; il ragazzo di Genova accusava un forte dolore allo sterno e dei problemi respiratori. Una squadra di uomini del soccorso Alpino e Speleologico Piemontese della Stazione Valle Pesio della Delegazione di Mondovì alle 22 ha raggiunto l’infortunato con un mezzo fuoristrada e lo ha riportato a valle dove lo attendeva una autoambulanza del 118 con personale sanitario, che dopo aver prestato le prime cure lo ha trasportato all’ospedale di Cuneo.I giovani erano partiti dalla frazione di San Giovenale nel comune di Peveragno CN) dove si trovavano in una colonia gestita da sacerdoti di Genova in cui trascorrono un periodo di vacanza giovani liguri unitamente ad alcuni provenienti dall’est europa. Nel pomeriggio avevano organizzato una gita con meta la punta della montagna Cuneese per eccellenza, la Bisalta.


mercoledì 4 luglio 2012

LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA NELLE IMMERSIONI IN GROTTA


Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) attraverso la propria Commissione Speleo-Subacquea e la propria Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Speleosubacqueo - le due strutture del CNSAS cui sono demandate le operazioni in ambiente confinato ed allagato – ritiene importante offrire all’opinione pubblica ed agli operatori del settore alcune fondamentali linee guida maturate nel corso di 50 anni di esperienza nella prevenzione e nel soccorso medicalizzato agli infortunati in ambiente ostile:
1) Svolgere la propria attività in contatto con club o persone che praticano da tempo la speleologia subacquea.
2) Conoscere i propri limiti, essendo consapevoli della propria reale esperienza nelle immersioni speleo subacquee.
3) Essere consapevoli che _NON ESISTONO _"sifoni (grotte) piccoli” o “sifoni (grotte) facili" che si possono affrontare con minore concentrazione o con attrezzature ridotte.
4) Conoscere perfettamente l'attrezzatura utilizzata, il suo funzionamento, la sua dislocazione sul corpo.
5) Programmare _SEMPRE _l'immersione.
6) Utilizzare SEMPRE LA SAGOLA GUIDA - segnata almeno ogni dieci metri con la distanza progressiva e la direzione di uscita. NON FIDARSI MAI DI SAGOLE VECCHIE :POSSONO ESSERE MOLTO PERICOLOSE. La sagola è il solo mezzo che riconduce all'esterno. NON PERCORRERE NEPPURE UN METRO SENZA L'AUSILIO DELLA SAGOLA GUIDA!
7) Per allontanarsi dalla sagola guida principale, utilizzare SEMPRE la sagola ausiliaria di sicurezza.
NON LASCIARE MAI LA SAGOLA PRINCIPALE SE NON CON LA SAGOLA AUSILIARIA.
8) Lo speleosub che svolge la sagola deve fissarla bene affinché non si ingarbugli, non si impigli o peggio si tagli. UNA SAGOLA MAL POSIZIONATA PUO PROVOCARE INCIDENTI.
9) Utilizzare SEMPRE almeno DUE bombole indipendenti, con protezioni per la rubinetteria. NON UTILIZZARE MONO BOMBOLA O BIBOMBOLA CON RUBINETTERIA CHE RACCORDA LE DUE BOMBOLE.
10) Utilizzare SEMPRE erogatori affidabili con raccordi DIN. Ciascun erogatore DEVE essere munito di manometro.
11) Utilizzare NON PIU DI UN TERZO dell'aria a disposizione per il percorso di andata. Respirare alternativamente da tutte le bombole cambiando erogatore ogni 10- 20 bar di consumo d'aria. UN TERZO dovrà essere utilizzato per il ritorno e UN TERZO costituirà una riserva, da usarsi in caso di emergenza.
12) Utilizzare SEMPRE almeno TRE fonti luminose indipendenti, di cui DUE che abbiano una durata superiore all'immersione programmata.
13) Sistemare le fonti luminose sul casco per avere le mani libere.
14) Utilizzare il giubbotto ad assetto variabile (GAV).
15) Immergersi con orologio, profondimetro, e tabelle/computer,
16) Sostituire il coltello da sub con un tronchesino, che permetta di tagliare corde di un certo diametro o cavetti di acciaio. Il tronchesino va portato sul braccio. NULLA DEVE ESSERE FISSATO ALLE GAMBE. La sagola guida potrebbe impigliarsi e sarebbe difficile liberarsene.
17) Utilizzare di norma il salva pinne.
18) NON RESPIRARE MAI l'aria delle eventuali bolle lungo i sifoni. Essere estremamente cauti nel respirare l'aria delle cavità oltre i sifoni.
19) Prima di ogni immersione accertarsi del perfetto funzionamento di tutta l'attrezzatura. Erogatori e manometri devono essere raccolti sul corpo, visibili e a portata di mano.
20) Lo speleosub NON è un subacqueo di acque libere. L'attività speleosuacquea ESCLUDE il sistema di coppia. LO SPELEOSUB DEVE ESSERE INDIPENDENTE, cioè in grado di immergersi da solo, contando su se stesso e sulla propria preparazione per immergersi con assoluta sicurezza.

Soccorso Alpino Speleologico : in Piemonte più di 1300 le persone salvate




















Questo il testo del comunicato stampa diffuso ieri dopo la conferenza stampa congiunta Sasp e Regione Piemonte:

Il SASP garantisce presidio e operatività sul territorio montano piemontese attraverso 9 delegazioni alpine e 1 speleologica, che a loro volta si articolano in 55 stazioni di soccorso, 1 gruppo Speleo di soccorso per un totale di 1525 soccorritori Alpini e speleologi. Sono invece 245 i tecnici che operano nel soccorso alpino, 76 i medici, 31 Unità cinofile per le ricerche in valanga, 16 unità cinofile per le ricerche in superficie e 36 tecnici di soccorso speleologico.

Il bilancio delle attività 2011 presentato oggi a Torino presso il Centro Incontri della Regione in Corso Stati Uniti 23, alla presenza dell’assessore alla Montagna Roberto Ravello, ha evidenziato 1290 interventi effettuati da oltre 1380 volontari, 42.224 ore di attività, 1350 persone soccorse con l’impiego per il 46% dalle squadre operative a terra e per il 54% dal personale a bordo di elicotteri.

La maggior parte delle persone soccorse sono di sesso maschile (75%) ed appartiene alla fascia d’età compresa tra i 30 e i 60 anni .

Gli interventi hanno riguardato persone vittime di infortuni (36,2%) o colpite da malore (13,9%); il 10% si riferisce ad escursionisti avventuratisi in montagna non sufficientemente preparati, con scarsa conoscenza del territorio o che hanno perso l’orientamento.

Le restanti chiamate sono invece da attribuirsi a valanghe, maltempo, caduta massi o sfinimento.

Nel primo semestre 2012 gli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sono stati circa 600. L’elicottero è stato usato in 300 missioni.

Le cause principali degli incidenti che hanno richiesto il servizio di elisoccorso sono dovuti:

· 40,3% caduta,

· 11,9% malore;

· 8,9% perdita orientamento.

In questo primo periodo dell’anno le attività più praticate che hanno dato origine alle chiamate sono state lo sci di pista (25,3%), l’escursionismo (17,6%) e l’alpinismo (al 2,8%.). “La Comunità piemontese conosce ed apprezza il prezioso lavoro svolto quotidianamente dal Soccorso Alpino e Speleologico - ha dichiarato l’assessore alla montagna Roberto Ravello - da anni impegnato nel dare un efficace e competente aiuto nelle attività di vigilanza e prevenzione degli infortuni, di soccorso degli infortunati e dei dispersi e in caso di calamità e missioni di carattere sociale, sanitario e civile. Come sempre l’amministrazione regionale è al fianco dei volontari per assicurare continuità delle attività, dei servizi, della formazione per la loro sicurezza. Con l’aiuto del CAI e del volontariato che opera in area montana dobbiamo incrementare la promozione e la diffusione della cultura della responsabilità tra frequentatori della montagna affinché, sia appassionati che occasionali, evitino comportamenti pericolosi e irresponsabili. Abbiamo già avviato, come previsto nella Finanziaria regionale, il confronto tra strutture ed operatori al fine di individuare i criteri necessari per l’introduzione di un modello di compartecipazione alle spese per interventi di elisoccorso, finalizzato a scoraggiare usi inappropriati o abusi”. "I dati degli interventi del 2011 confermano che il Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese garantisce un servizio di pubblica utilità e di specifica professionalità operando su tutto il territorio alpino della nostra regione - ha dichiarato Aldo Galliano Presidente del S.A.S.P. - in favore di un bacino sempre più ampio di fruitori, non più esclusivamente correlati alle sole attività alpinistiche, ma in misura crescente anche con le emergenti attività sportive praticate in area impervia. Un servizio che offre sicurezza nei confronti del turismo alpino, dei frequentatori e degli abitanti della montagna. Un compito - prosegue Galliano - che da sempre viene svolto con continuità ed efficienza, anche facendo fronte alle difficoltà indotte dalla riduzione delle risorse pubbliche".